“A san Martino ogni mosto diventa vino.”
Questa frase d’altri tempi andava ad indicare l’arrivo dell’11 novembre, data attorno la quale cominciava a maturare il vino novello.
L’11 novembre è inoltre il giorno dedicato alla commemorazione di san Martino di Tours, al quale è anche dedicata la cattedrale di Lucca.
Venerato da diversi culti, era nato nella moderna Ungheria all’inizio del IV secolo, in una famiglia militare romana.
Trasferitosi a Pavia venne arruolato nella guardia imperiale a cavallo.
La storia narra che in una notte di ronda il soldato vedesse un mendicante infreddolito e, mosso a compassione tagliò una parte della propria cappa militare e la donò all’uomo, che se ne coprì grato.
La notte successiva portò con se un sogno mistico, nel quale appariva il Cristo con la parte di cappa del soldato a coprirgli le spalle che diceva ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito».
Al mattino seguente la cappa sarebbe stata intatta.
Proseguì la carriera militare, ma si battezzò e successivamente si dedicò al monachesimo.
Venne eletto vescovo di Tours, dove veniva riconosciuto come taumaturgo e come uomo dotato di carità, giustizia e sobrietà, oltre magari un poco di fanatismo.
Gli furono successivamente assegnati molti miracoli, tra cui alcune resurrezioni.
In Italia esiste anche l’“estate di san Martino”, un periodo di temperature miti che si manifesta proprio intorno a questa data.
Viene riconosciuto come il patrono dei viticoltori, vendemmiatori, cavalieri, mendicanti e sarti.
Guardando questa storia, ciò che viene esaltato è la generosità, la volontà di togliere qualcosa a se stessi per far stare meglio qualcuno in più.
Il nome Martino è associato al dio Marte, la cui passione può risultare aggressiva, ma sicuramente ispirerà coraggio e forza.
Come il Diaspro, pietra dei guerrieri e della valienza, sicuro scudo ed amuleto radicante, che rafforza la presenza nel momento.
La Pirite è un’altra pietra che ispira disciplina, rigore ed organizzazione, che al momento di essere sfidato sprigiona fuoco e scintille. Con il suo colore dorato esalta il terzo chakra, Manipura, ricordandoci il bagliore del Sole.
Un’Ametista, gemma dell’umiltà, darà una chiara visione di se nell’universo e manterrà concentrati e privi di ansie coloro che percorrono un giusto cammino.





