santa Agnese d’Assisi, santa Margherita di Scozia, santa Gertrude e beata Giovanna da Signa.
Difficilmente capita una giornata dove così tanti esponenti del sesso femminile vengono riconosciuti come rappresentanti del divino, così abbiamo voluto esaltare questa occorrenza.
Il 16 novembre vengono infatti commemorate almeno tre sante ed una beata: sant’Agnese, santa Margherita, santa Gertrude e beata Giovanna.
Agnese d’Assisi, nata Caterina Scifi, sorella minore di santa Chiara e figlia di beata Ortolana, pare abbia ricevuto il battesimo monacale proprio dal Francesco poverello d’Assisi. Fu una delle fondatrici delle monache clarisse.
Riconosciuta come badessa esemplare e ragazza di grande forza di volontà, con animo pieno di pietà.
Margherita di Scozia, figlia d’un re esiliato, ritrovò il trono appunto in Scozia grazie ad un matrimonio con Malcolm III. Nata in Ungheria nell’XI secolo, ricevette educazione cattolica romana, la quale ebbe forte presa su di lei e che seppe trasmettere grazie alla propria dedizione e disciplina di carità ed umiltà, cose non comuni in una regina. Alla fine dei suoi giorni sarà stata madre di tre re di Scozia e di una regina d’Inghilterra.
Gertrude di Helfta, altra monaca del XIII secolo con una conoscenza enciclopedica: studiò le materie del trivio e del quadrivio (grammatica, dialettica, retorica; e aritmetica, musica, geometria, astronomia), legge e teologia. Oltre alla sapienza scolastica le vengono riconosciute abilità di visione mistica e estasi, che la portarono ad essere riconosciuta come Gertrude la grande tra i monaci benedettini e le bernardine ( cistercensi ).
Giovanna da Signa è stata una eremita dell’ordine francescano del XIII secolo cui vengono riconosciuti molteplici miracoli, un paio dei quali le attribuivano capacità di “influenzare” l’acqua…
Come possiamo vedere, queste ragazze e donne hanno dovuto dedicare la propria vita per intero alla devozione ed al sacrificio di se per essere considerate simbolo ed esempio della gloria dell’universo.
In cristalloterapia, materia molto probabilmente conosciuta almeno in parte da molti, se non da tutti, i re, i santi e dottori della chiesa, si utilizzano appunto le pietre per lavorare sulla propria volontà e autosufficienza, in quanto ognuno è un essere divino e parte integrante dell’universo. In una gemma, una roccia, un cristallo noi vediamo qualcosa di fermo, fissato nel tempo, così come nei nomi e nei e nelle effigi di santi e luminari della storia, ed allo stesso modo gli attribuiamo, o riconosciamo, delle proprietà, delle capacità di influenzarci al meglio per la nostra crescita mentale, fisica e spirituale.
Una gemma come l’Ambra aiuta a comprendere questo concetto di momento fermo nel tempo, e con i suoi colori arancione e giallo stuzzica proprio i chakra del desiderio e della volontà, Svadhishthana e Manipura, fungendo anche da reservoir di energia ed amuleto di protezione dal dolore fisico.
L’Aragonite, dello stesso materiale della Perla, agisce anch’essa sul secondo chakra, in aggiunta al settimo, Sahasrara, e rinnova l’idea di “infinite possibilità” che si irradiano da un singolo punto, un singolo momento, una singolarità.
La Malachite, con il suo verde intenso, fissa le energie del chakra del cuore, Anahata, rafforza la volontà e favorisce la comprensione. Considerata talismano per chi ha chiari i propri obbiettivi.





